Roy Keane. Basta la parola. Lo chiamano picconatore, ma non è cattivo. Lo dipingono così. Oddio, aggressivo lo è, ma solo per spirito di gruppo. Un capobranco che difende i compagni. Una vita da mediano. Tre verbi: correre, picchiare, spostarsi. La sua esperienza è stata spesa a prendere a calci pallone e avversari, usando quante volte anche i pugni. Passa alla storia per aver scientemente decretato la fine della carriera di Haaland senior, ma la sua storia è anche tanto altro. Successi, salite, discese, alcool. Amato e odiato, ammirato e temuto. Anche e soprattutto ora che fa l'opinionista. Se qualcosa non gli va a genio, il buon Roy entra in tackle. Come sempre, del resto...
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