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Calcio e politica: allenatori schierati apertamente

Redazione Il Posticipo

 WEST BROMWICH, ENGLAND - SEPTEMBER 21: Paolo Di Canio, manager of Sunderland gestures at the end of the Barclays Premier League match between West Bromwich Albion and Sunderland at The Hawthorns on September 21, 2013 in West Bromwich, England. (Photo by Tony Marshall/Getty Images)

"Stamattina ho letto un’intervista di Valdano che parlava della Catalogna. Calcio e politica non devono dormire nello stesso letto, ha detto, e io aggiungo che non devono neppure entrare nella stessa casa”. Queste le parole dell'ex Real Madrid su El Pais, citate in conferenza stampa dal tecnico della Roma Paulo Fonseca sulla situazione di Cengiz Under, uno dei calciatori che ha espresso vicinanza alle truppe turche nel conflitto in Siria. Ma calcio e politica hanno spesso e volentieri...diviso le lenzuola. Uno degli esempi più lampanti è proprio a Roma, sponda Lazio. Dove PaoloDiCanio, che per un tatuaggio con scritto DUX viene sospeso da Sky. L'ex laziale spiega di essere cambiato e rinnega il saluto fascista alla Nord dopo un derby, ma racconta anche come è arrivata la scelta del tattoo: "Per me Mussolini rappresentava un’idea di società con regole, vere, che tutti rispettano. L’amore e l’orgoglio patrio. Cose che vorrei per il mio Paese e non vedo neppure oggi". Uno dei tanti esempi di calciatori che non hanno mai nascosto la propria fede politica.

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