Antonio Cassano, un cuore matto diviso tra Genova e Milano. La sfida fra Sampdoria e Inter richiama un doppio ex. La sua squadra del cuore contro la squadra del suo cuore. Fantantonio per certi versi, è un personaggio pirandelliano. Un talento, centomila sfaccettature, nessun pensiero alle conseguenze delle sue azioni. La voce del popolo sul campo. Il suo calcio è istinto, pancia e talento. "Se quel Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore, comunque un delinquente. Molte persone che conosco sono state arruolate dai clan. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di merda. Ero povero, ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato anche perché non so fare nulla. A oggi mi sono fatto 17 anni da disgraziato e 9 da miliardario me ne mancano ancora 8, prima di pareggiare". Signore e signori Antonio Cassano. Straordinariamente genuino nel suo essere incorreggibile. Cosi è se vi pare: un talento pari all'indisciplina. Neanche un sergente di ferro come Fabio Capello e i consigli di Francesco Totti sono riusciti a correggerlo. Perchè Cassano è...Cassano. Non vi sono mezze misure. O lo si prende cosi come è oppure si lascia perdere.
calcio