Era un punto fermo della nazionale: l’amore per l’alcol lo ha rovinato | Beveva 30 cocktail in una serata

Un’altra carriera rovinata da vita sregolata ed eccessi. Da punto fermo della nazionale a giocatore capace di farsi 30 cocktail in una sera.
Il binomio tra successo sportivo, fama e una vita sregolata è purtroppo una costante troppo frequente nel mondo del calcio, un ambiente che offre tentazioni e pressioni in egual misura. Molti giocatori, incapaci di gestire la notorietà o di colmare un vuoto interiore, si rifugiano nell’abuso di sostanze, e tra queste, l’alcol è forse la più diffusa e socialmente accettata.
Le conseguenze sul piano professionale sono spesso drammatiche, portando all’oblio carriere che sembravano destinate alla gloria eterna, un monito per le nuove generazioni. La storia del calcio è costellata di esempi, sia in Italia che all’estero, di talenti purissimi che hanno visto la loro luce spegnersi prematuramente a causa della dipendenza.
Il nostro paese ricorda le vicende amare di grandi promesse o di campioni affermati, la cui parabola discendente è stata innescata da notti brave e bicchieri di troppo, una spirale difficile da invertire. Le cronache raccontano di ritiri forzati e tentativi di recupero, spesso infruttuosi, che evidenziano la fragilità che si nasconde dietro la figura dell’atleta invincibile.
A livello internazionale, l’elenco dei fuoriclasse travolti dal “demone” dell’alcol è ancora più lungo e risonante, coinvolgendo icone del calibro di George Best, Paul Gascoigne. Ma tra i casi più recenti che hanno fatto scalpore, emerge la figura di un ex pilastro della sua nazionale, noto per la sua potenza fisica e il fiuto del gol, la cui caduta è stata fragorosa.
Maratone alcoliche
Si racconta che le sue serate post-partita fossero autentiche maratone alcoliche, con testimoni che riferiscono di averlo visto consumare regolarmente tra i venti e i trenta cocktail in una singola notte, un numero spaventoso e insostenibile per qualsiasi fisico.
Una simile condotta ha inevitabilmente avuto un impatto devastante sulle sue prestazioni in campo, trasformando un centravanti di talento in un fantasma svogliato e appesantito. La sua immagine pubblica, da idolo delle folle a personaggio controverso e quasi pietoso, riflette il prezzo altissimo pagato per una vita condotta sempre al limite, senza freni e senza la giusta guida.

Una storia tragicomica
Ma Fred è andato oltre, una storia quasi tragicomica in questo contesto. L’ex attaccante brasiliano, che in un momento di controversia venne accusato di aver bevuto la bellezza di 60 caipirinha in una sola sera, poco prima di una gara.
Ebbene, il centravanti della nazionale brasiliana non negò l’abuso di alcol, ma provò a ridimensionarlo. Maldestramente. Come? Presentò uno scontrino per dimostrare che, in realtà, le caipirinha bevute erano state “solo” ventotto. Tant’è.
