Home » Nuova direttiva FIFA: non si può più giocare di testa nel calcio | Sarà come toccarla di mano

Nuova direttiva FIFA: non si può più giocare di testa nel calcio | Sarà come toccarla di mano

Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo con la maglia dell’Al-Nassr – facebook – ilposticipo.it

La FIFA prende atto di un coro di voci che reclama una nuova direttiva sui colpi di testa. Cambia tutto il gioco così.

Un po’ meno conservatrice della UEFA, un po’ più progressista. La FIFA è sempre aperta nella sua missione di modernizzare il gioco del calcio, introducendo direttive che, nel bene o nel male, ne stanno trasformando le dinamiche storiche.

Dopo aver rivoluzionato il ruolo del portiere, impedendogli di raccogliere con le mani il pallone su un retropassaggio effettuato con i piedi da un compagno, la Federazione Internazionale sta testando limiti inediti. L’obiettivo è quello di rendere il gioco più rapido, spettacolare e, soprattutto, più sicuro.

L’ultima ondata di cambiamenti è passata anche attraverso l’introduzione della tecnologia in campo, con il discusso ma ormai onnipresente VAR. Le modifiche regolamentari recenti hanno toccato anche la gestione del tempo di gioco effettivo, in una crociata per massimizzare lo spettacolo offerto al pubblico. Un esempio lampante è stato il Mondiale in Qatar, dove si è assistito a recuperi-monstre, dilatati in maniera inusuale per compensare ogni minima interruzione o esultanza prolungata.

La FIFA, insomma, non teme di affrontare le abitudini consolidate, pur di dare una scossa al calcio e renderlo più appetibile per le nuove generazioni di tifosi. In questo quadro di rinnovamento continuo, emerge ora una proposta destinata a stravolgere il gioco come lo conosciamo.

Come si cambia

L’ipotesi di vietare il colpo di testa in partita, equiparandolo di fatto a un fallo di mano. Una mossa estrema, motivata principalmente da ragioni di tutela della salute dei giocatori, soprattutto i più giovani. Sebbene al momento sia una direttiva solo sulla carta, l’intenzione della FIFA di affrontare la questione in modo radicale sembra seria.

Questa svolta trova le sue radici nella crescente consapevolezza dei rischi neurologici associati al colpo di testa, una preoccupazione portata all’attenzione dei massimi vertici del calcio da un campione di livello mondiale: Raphaël Varane.

Raphael Varane
Raphael Varane con la maglia del Manchester United – instagram – ilposticipo.it

Nel segno della sicurezza

L’ex difensore francese si è fatto capopopolo di questa battaglia, sensibilizzando la FIFA sulle conseguenze mediche, in particolare nel calcio giovanile. Nonostante gli appelli, la Francia, fatica ad adottare misure di sicurezza adeguate. “Non ci sono stati cambiamenti, nessuna nuova regola per proteggere i bambini. È frustrante vedere quanto poco si stia facendo“, ha denunciato il difensore. Varane, che stima di aver effettuato circa 25.000 colpi di testa in carriera, è una voce autorevole che chiede azioni immediate per tutelare le giovani promesse da danni a lungo termine.

Per proteggere i più piccoli, il suggerimento del calciatore è chiaro: limitare drasticamente i colpi di testa negli allenamenti e addirittura bandirli totalmente per i bambini in età prescolare e scolare, il cui cervello è ancora in pieno sviluppo. Tale cautela è già una realtà in diverse nazioni europee: in Gran Bretagna, il colpo di testa è vietato ai minori di 12 anni da cinque anni, mentre in Belgio la soglia di sicurezza è fissata per i bambini al di sotto dei 10 anni.