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‘È guidata con un auricolare”: Diletta Leotta massacrata | È il burattino di Dazn

Diletta Leotta
Diletta Leotta, volto immagine di Dazn – facebook – ilposticipo.it

Duro attacco nei confronti di Diletta Leotta, l’esempio apicale di una comunicazione telecomandata da un auricolare. Burattino di Dazn

Sia chiaro, qui il sessismo non c’entra proprio nulla. Questione di contenuti, a prescindere se si tratti di un uomo o di una donna. Un doveroso cappello introduttivo per evidenziare come il mondo della comunicazione sportiva sta vivendo una profonda e preoccupante deriva.

L’altare sul quale si sacrificano la sostanza e il contenuto è, inesorabilmente, quello dell’immagine. Oggi, ciò che conta realmente è l’apparire, l’estetica curata, il volto accattivante, spesso a discapito della preparazione o della competenza specifica nel campo.

L’informazione, quella vera e approfondita, sembra essere stata relegata in secondo piano, superata da una logica che premia il facile intrattenimento visivo. Questa tendenza, purtroppo, è ormai la cifra stilistica dominante di molte trasmissioni, specialmente quelle sportive.

Questa metamorfosi non è solo un cambiamento di facciata, ma una vera e propria crisi dei valori professionali che definiscono il giornalismo. Si assiste sempre più alla messa in scena di “personaggi” costruiti e curati nei minimi dettagli, figure che si muovono su un palcoscenico con il compito primario di catturare l’attenzione del pubblico.

La capacità di generare hype

Il loro successo non è più misurato dalla qualità degli approfondimenti o dalla solidità delle analisi, ma dal numero di interazioni sui social e dalla capacità di generare hype. La conseguenza diretta di questo approccio è una comunicazione sempre più superficiale e omologata.

Le domande poste in diretta, le analisi post-partita, spesso appaiono prive di mordente critico. È la televisione del consenso facile, dove la polemica è gestita e dosata per non infastidire gli attori principali del gioco, né gli sponsor. In questo scenario, l’idea di un giornalista che scava a fondo, che pone domande scomode, è diventata quasi un archetipo romantico, una figura d’altri tempi.

Paolo Bargiggia
Paolo Bargiggia, ex volto di Mediaset – facebook – ilposticipo.it

Un duro attacco

Tale scenario ha inevitabilmente acceso un dibattito molto acceso sulla reale preparazione di alcuni volti noti del piccolo schermo, in particolare quelli che rappresentano la nuova generazione di conduttori. La critica non è rivolta solamente alle singole persone, ma al sistema che le ha selezionate e poste in una posizione di visibilità così elevata.

Le interviste vengono fatte da persone teleguidate, con un auricolare, che non sanno nulla di nulla, però sono avvenenti“. A farsi portavoce di questa aspra critica è stato l’ex giornalista sportivo Paolo Bargiggia, intervenuto sul podcast di Centrocampo con parole durissime che hanno centrato il dibattito sulla figura di Diletta Leotta. “Chi vuole avere possibilità e passare attraverso la televisione e non ha qualità, cosa fa? Trova delle scorciatoie. Un esempio apicale è la Leotta, tanto imitata perché han visto che essendo bella e piacente, si può fare successo“.