Lotito in lacrime: purtroppo la diagnosi medica è una mazzata | Rinchiuso in isolamento d’urgenza

Andiamo a scoprire cos’è successo in casa Lazio, dove si è registrata una situazione piuttosto complessa e non semplice da gestire
L’inizio di stagione della Lazio ha lasciato in dote diverse problematiche. I risultati faticano ad arrivare e finora mister Sarri non è riuscito a trovare quella continuità necessaria per rimanere a ridosso dei piani alti.
Le motivazioni sono molteplici e tra queste spicca sicuramente il blocco del mercato che ha dovuto patire la società biancoceleste. L’impossibilità di rafforzarsi e di colmare le lacune dell’organico riscontrate già lo scorso anno sta pesando e non poco.
In tutto ciò va registrata l’insoddisfazione dei tifosi e le conseguenti proteste nei confronti della dirigenza, in particolar modo verso il presidente Claudio Lotito. Insomma, almeno per ora non sembrano esserci spunti positivi all’orizzonte.
In tutto ciò vanno messe nel computo anche alcune situazioni personali, che messe insieme a tutto il resto rendono la situazione ancor più critica e difficile da lasciarsi alle spalle. Una in particolare è tornata in auge in questi giorni: uno dei suoi calciatori ha vissuto un brutto periodo clinico.
Il lungo periodo di isolamento
Il protagonista è Gustav Isaksen, che dopo aver fatto vedere delle cose positive nella passata stagione, quest’anno è stato sorpassato nelle gerarchie da Cancellieri, sempre più in crescita e determinante. Il danese è stato fortemente penalizzato da quanto successo nel precampionato.
Di fatto ha saltato l’intera preparazione per via della mononucleosi contratta durante il mese di luglio. Il peggio è ormai alle spalle, ma l’ex giocatore del Midtjylland è tornato sulla vicenda, raccontando in un’intervista rilasciata al portale danese sport.tv2.dk e ripresa dal corrieredellosport.it, la terribile esperienza con tanto di 14 giorni di isolamento.
Il racconto delle interminabili giornate a Formello
“Sono impazzito perché sono rimasto sdraiato a guardare il soffitto per 14 giorni senza sapere quando sarei potuto tornare alla mia normale vita quotidiana – ha esordito il giocatore della Lazio -. I medici sono stati molto cauti e temevano che potessi contagiare i miei compagni di squadra, quindi non hanno corso rischi. Sono state settimane difficili”.
Isaksen ha parlato anche dei primi sintomi. Tutto è partito da una forte stanchezza dopo un allenamento. Poi la situazione è degenerata fino a quando non è stata compresa la causa del malessere ed è stato necessario l’isolamento. La vicinanza dei compagni di squadra e soprattutto della madre accorsa a Roma per stare con lui lo hanno aiutato ad affrontare meglio la fase finale di questa brutta esperienza. Ora il peggio è passata e per lui può iniziare davvero la nuova stagione sia con i biancocelesti sia con la nazionale danese.