Con il calcio ha chiuso, per campare ora pulisce le fogne | “Ho preso troppi antinfiammatori in carriera”

Appesi gli scarpini al chiodo, ecco chi cambia vita e per campare per campare ora pulisce le fogne. L’amara verità.
Il fischio finale di una carriera sportiva non è la fine, ma un nuovo inizio. Certo, facile a dirsi e difficile ad ammetterlo, in molti faticano a uscire da quella bolla dove hanno vissuto bellamente per decenni. Poi la realtà bussa alla porta, e una decisione su cosa fare da grande va presa.
Dopo anni passati a inseguire un pallone su un prato verde, cosa succede quando i riflettori si spengono? Per molti, il ritiro dal calcio professionistico segna il passaggio a una nuova fase della vita, dove la routine e le sfide non hanno più nulla a che fare con il campo da gioco.
Mentre alcuni rimangono fedeli al mondo che li ha resi celebri, diventando allenatori, dirigenti o commentatori, altri scelgono percorsi inaspettati, a volte bizzarri, che dimostrano come la vita dopo il calcio possa essere tanto avvincente quanto una partita all’ultimo respiro.
Sono tante le storie di calciatori che hanno deciso di mettere in gioco il proprio spirito imprenditoriale, allontanandosi dai campi per investire in settori completamente diversi. L’ex attaccante del Liverpool e della nazionale ceca, Milan Baros, ha scelto di tornare alle sue radici, reinventandosi come birraio, l’ex Padova Lalas, quello con l’iconico pizzetto, ha continuato a suonare la chitarra, stavolta come mestiere.
Dal negozio di abbigliamento alla pulizia delle fogne
Un’altra storia sorprendente è quella di Roman Shirokov, ex capitano della nazionale russa. Dopo il ritiro, ha scelto di intraprendere una carriera nel mondo della moda, aprendo un negozio di abbigliamento a Mosca. Un cambiamento radicale che testimonia la sua versatilità e il desiderio di esplorare nuovi orizzonti lontano dal campo.
Ma la storia che più di tutte incarna l’essenza della reinvenzione è quella di un ex difensore danese, noto per la sua aggressività in campo e per i suoi numerosi tatuaggi. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, il colpo di fulmine.

Tra passato, presente e futuro
Dopo aver giocato per anni ai massimi livelli con la maglia del Liverpool e per la sua nazionale, Agger ha smesso di giocare a soli 31 anni, a causa di persistenti problemi fisici. “Ho preso troppi infiammatori” ha candidamente ammesso in una recente intervista.
La sua nuova vita non è stata tra i campi da golf o i salotti televisivi, ma in mezzo alle condutture fognarie. Agger, infatti, ha fondato la KloAgger, un’impresa di pulizia delle fognature, insieme al fratello, allo zio e a un amico d’infanzia. Un epilogo inaspettato per una carriera di alto livello, che dimostra come il successo non sia sempre sinonimo di una vita da star, ma possa trovarsi anche nel lavoro più umile e, in questo caso, decisamente fuori dagli schemi. “Servizio fognario 24 ore su 24. Da KloAgger, ti garantiamo un servizio rapido e un’azienda fognaria che valorizza la soddisfazione del cliente e la qualità sopra ogni altra cosa”. Un claim che fa riflettere.