Si ubriaca, si droga”: tutto falso, e l’ex Napoli si ribella I “Avevo un disturbo certificato”: e ora ha ‘dieci euro in tasca’

Da top a flop, l’ex Napoli rivela un retroscena agghiacciante, raccontandolo senza filtri e con particolari incredibili.
Chi l’ha detto che due rette parallele s’incontrano solo all’infinito. Magari nel mondo geometrico fatto di regole incontrovertibili, non in quello sportivo, calcistico soprattutto. Dietro la patina scintillante del Gioco più seguito dagli italiani, si nascondono ombre complesse e insidiose.
Una delle più scure, e purtroppo persistenti, è quella del rapporto tra il calcio e la droga. Nonostante siano due universi che dovrebbero viaggiare su rette parallele, la cronaca ci ha dimostrato più volte come queste traiettorie si intreccino e si intersechino drammaticamente, lasciando dietro di sé carriere distrutte, vite spezzate e l’immagine di uno sport a volte vulnerabile.
Il problema è multifattoriale e tocca diverse sfere: dall’uso di sostanze per migliorare le prestazioni (il doping, una piaga antica quanto lo sport stesso) all’abuso di droghe ricreative, spesso un’ancora di salvezza illusoria per chi fatica a gestire le pressioni, la fama improvvisa, la solitudine o il declino di una carriera. E ancora.
Si parla di coinvolgimento in giri di spaccio, talvolta anche a livelli insospettabili. L’esempio più emblematico e doloroso riguarda Diego Armando Maradona. Il D10S del calcio, una carriera memorabile, per certi versi un unicum, segnate dall’abuso di cocaina, non come doping ma come vizio.
Il lato oscuro del calcio
Meno frequenti, ma non per questo meno inquietanti, sono i casi di calciatori, spesso a fine carriera o con carriere meno fortunate, che si ritrovano coinvolti in giri di spaccio o traffico di stupefacenti. È il lato oscuro del calcio, dove la criminalità s’infiltra senza problema anche in questi ambiente dove i giocatori sono perennemente sotto la luce dei riflettori.
Diverse occasioni arresti e indagini hanno coinvolto ex calciatori o figure marginali del mondo del calcio in operazioni legate al traffico di droga. Questi casi, seppur isolati rispetto alla totalità dei professionisti, dimostrano come la vulnerabilità economica o la ricerca di un “facile” guadagno possano portare a derive pericolose.

Storia e retroscena
Nel 2007 Fabiano Santacroce passa dal Brescia al Napoli. È un centrale che viene considerato il futuro del calcio italiano: con gli azzurri diventa presto titolare ed esordisce anche in Europa, conquistando pure la Nazionale, ma presto arriva la discesa in verticale.
Da prospetto importante diventa meteora, ricevendo anche pesanti accuse di uso di droghe, in realtà era un problema di insonnia: “Avevo un disturbo del sonno certificato. Prendevo pillole – ha ammesso – ma non sentivo la sveglia. Mentre in giro si diceva: si ubriaca, si droga“. Chiude presto col calcio in silenzio e affronta anche problemi economici: “Sono passato da ventimila euro al giorno ad avere in tasca dieci euro al giorno“. Questo il calcio: tutto e il suo esatto contrario.