Genio, indolenza, leggenda: prima di Sinner, c’era lui I Per gli italiani è il Best del tennis”: in ogni senso

L’esplosione di Sinner riscrive la storia del tennis: Jannik cancella le differenze tra le superficie e anche il Best del tennis, in ogni senso.
Una promessa mantenuta. È nato per diventare numero uno al mondo, ma Jannik Sinner sta andando oltre marcando un’epoca che potrebbe proiettare l’altoatesino nel gotha del tennis di tutti i tempi. Una forza della natura, un uragano rosso che sta spazzando via ogni convenzione e riscrittura le regole del gioco.
Con la sua ascesa fulminea e i suoi successi trasversali, Sinner sta letteralmente cancellando le differenze tra le superfici di gioco, creando un pre e un post Jannik nella storia di questo sport. E pensare che se avesse trasformato uno solo dei tre Championship Point avuti contro Alcaraz al Roland Garros, a quest’ora sarebbe stato a un passo dal Gran Slam: nemmeno Nole, recordman di Slam, è arrivato a tanto.
Per decenni, il tennis è stato uno sport di specialisti: i terraioli dominavano il rosso, gli erbivori eccellevano a Wimbledon, e i giocatori da cemento si spartivano i successi negli Slam americani e australiani. Questa distinzione, quasi una legge non scritta, ha plasmato carriere e strategie, definendo l’identità stessa dei campioni.
Rafa Nadal, il re incontrastato della terra battuta; Roger Federer, l’eleganza sull’erba; Novak Djokovic, il cannibale del cemento. Ognuno con il suo regno, i suoi segreti e le sue superfici predilette. E poi arriva Sinner
Questione di testa
Non è solo una questione di adattamento, ma di trasformazione. Il gioco di Sinner sembra fatto apposta per essere efficace ovunque. La sua intelligenza tattica gli permette di modulare il suo approccio, il suo fisico scultoreo di reggere scambi estenuanti, e la sua mentalità d’acciaio di non tremare nei momenti decisivi.
In questo senso, Jannik Sinner sta non solo vincendo su ogni superficie, ma sta ridefinendo il concetto stesso di “gioco completo”, rendendo obsolete le vecchie etichette. È un tennista del futuro, oggi.

Il “Best” del tennis
L’impatto di Jannik Sinner sul tennis italiano e mondiale è epocale, ma ci riporta inevitabilmente a riflettere sui grandi campioni del passato. E se si parla di genio tennistico con un tocco di sregolatezza che lo ha reso un’icona, non si può non pensare ad Adriano Panatta.
Prima di Sinner, l’ultimo italiano a vincere un torneo del Grande Slam, il Roland Garros nel 1976. Ma Adriano non era solo un campione; era un personaggio. Il suo tennis era estro, imprevedibilità, colpi spettacolari che incantavano le folle. Era il “George Best” del tennis, best in tutti i sensi, il migliore. Almeno nell’era ante Sinner.