“Quella di Ronaldo era finita”: l’interista flop che tutti ricordano solo per Aldo, Giovanni e Giacomo I Icona senza tempo, ma altro che “simile a Matthaeus”

L’ex giocatore nerazzurro è ricordato maggiormente per una citazione del celebre trio comico piuttosto che per le sue prestazioni
Giocare all’Inter negli anni in cui ha militato Ronaldo non era affatto facile. Chiunque arrivava alla Pinetina sentiva il peso di giocare al fianco di uno dei calciatori più talentuosi della storia di questo sport.
In quelle stagioni infatti i nerazzurri per quanto fossero ambiziosi e sempre presenti nelle zone di vertice di fatto hanno vinto solo una Coppa Uefa nel 1998, battendo la Lazio nella storica finale di Parigi.
Non si può dire però che la dirigenza non facesse il suo. Anzi, il presidente Massimo Moratti ai tempi spendeva cifre esorbitanti e fece lo stesso per un calciatore che poi non ha reso secondo le aspettative.
Quando fu ufficializzato i tifosi erano entusiasti e pensavano finalmente di aver trovato un degno erede di un altro grande ex che aveva militato tra le file interiste qualche anno prima. Le cose però andarono diversamente.
Lo scomodo paragone con Lothar Matthäus
Il calciatore in questione è Ciriaco Sforza, che come riportato da calciobidoni.it al momento della sua presentazione all’Inter si paragonò niente di meno che al centrocampista tedesco Lothar Matthäus. Un peccato di ingenuità che si portò dietro per tutta la sua permanenza a Milano.
Arrivato dal Bayern Monaco per 5 miliardi di lire dopo il debutto con gol contro l’Udinese di fatto non è più pervenuto. Svizzero ma di chiare origini italiane, Sforza fece fatica a trovare una reale collocazione nel centrocampo di Roy Hodgson. Il tecnico inglese lo aveva chiesto insistentemente alla dirigenza per poi rimanere profondamente deluso.

La scena in “Tre uomini e una gamba”.
Lento, macchinoso e talvolta nervoso in campo (soprattutto per via del dualismo con Ince) l’allora ventiseienne è passato alla storia più per una battuta nel film “Tre uomini e una gamba” di Aldo, Giovanni e Giacomo più che per le sue prestazioni in campo. I tre si trovavano in ospedale quando Giacomo esce dal bagno proprio con la maglia di Sforza prestatagli da Aldo ed utilizzata come pigiama.
Alla vista della numero 21 Giovanni gli chiede prontamente: “Ma dai, pure tu, ma si può andare a dormire con la maglietta di Sforza?”. E Aldo rispose: “Eh, quella di Ronaldo era finita”. Una scena indimenticabile che però rende l’idea di quanto Sforza non abbia lasciato nessun segno tangibile in campo.