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“È di nuovo in ritardo”: Roma bruciata al microfono I Stand by allarmante: ma ecco cosa dicono i fatti

Claudio Ranieri e Florent Ghisolfi
Claudio Ranieri e Florent Ghisolfi, ormai ex allenatore e diesse della Roma – X – IlPosticipo.it

I tempi tecnici dei Friedkin continuano a non piacere al popolo romanista. Roma bruciata al microfono: un altro stand by allarmante.

Gli arrivi di Mourinho e Ranieri hanno, col senno di poi, hanno cambiato  l’esperienza della Roma made in Dan e Ryan Friedkin. Relativamente: dalla conquista della Conference League all’ultimo campionato abbastanza tumultuoso, il rapporto tra la proprietà americana e la piazza giallorossa resta freddo.

Eppure quando i Friedkin sbarcarono a Roma nell’estate del 2020, in molti parlarono di una nuova era. Dopo la fine tormentata della gestione Pallotta, la piazza romanista accoglieva la nuova proprietà americana con entusiasmo e speranza. La promessa era chiara: riportare la Roma in alto, costruire una società solida, investire su uno stadio di proprietà e restituire alla tifoseria la dignità di una grande squadra europea. A quasi cinque anni di distanza, quell’amore annunciato non è mai realmente sbocciato.

A tenere alta la fiamma fu, per un momento, la storica vittoria della Conference League nel 2022 con José Mourinho in panchina. Ma quel successo, isolato e ormai lontano, ha finito per essere un fuoco di paglia. Al di là di quella notte di Tirana, la Roma non ha mai realmente fatto il salto di qualità promesso. Anche quest’anno, Ranieri ha più che altro salvato il salvabile a pensarci bene, dopo i disastri compiuti da Lina Souloukou e l’infausta scelta di esonerare Daniele De Rossi per portare a Roma Ivan Juric.

Anche le campagne acquisti, pur con colpi (rari) di richiamo mediatico, non hanno mai costruito una rosa all’altezza delle ambizioni dichiarate. L’assenza di un progetto tecnico chiaro ha generato frustrazione, con scelte spesso tardive e difficili da comprendere: dai licenziamenti a stagione in corso, fino alle lunghe attese per annunciare nuovi allenatori o dirigenti.

Quei silenzi assordanti

Uno degli elementi più criticati dalla tifoseria è la totale assenza di comunicazione. I Friedkin hanno scelto una linea di assoluto silenzio pubblico: niente interviste, nessuna conferenza stampa, pochissime apparizioni.

Una scelta che può avere senso nel contesto di una governance anglosassone, nell’NBA magari, ma che mal si adatta a una piazza passionale e viscerale come quella romana. In assenza di parole, i fatti avrebbero dovuto parlare. Ma anche questi, spesso, sono sembrati confusi o in ritardo.

Claudio Ranieri
Claudio Ranieri e Gian Piero Gasperini, passaggio di consegne – lapresse – IlPosticipo.it

La scelta dell’allenatore e l’evoluzione della vicenda

Anche nella scelta dell’allenatore, la Roma ha brancolato un po’ nel buio, arrivando ancora una volta in ritardo su tutte le scelte. Prima dell’arrivo di Gasperini, il prescelto era Cesc Fabregas, cercato però dopo che lo spagnolo aveva incontrato la dirigenza del Como.

“Ho il sospetto che la Roma sia di nuovo in ritardo, come lo scorso anno per il ds (da Tiago Pinto a Florent Ghisolfi, ndr) ora per l’allenatore”. Il commento di Piero Torri in radio non ha fatto che avallare una scelta su Gasperini arrivata in ritardo, e per fortuna che l’ex allenatore dell’Atalanta ha detto no alla Juventus dopo la parola data ai Friedkin, altrimenti i Dan e Ryan sarebbero ancora alle prese con un casting fuori tempo massimo.  A tutto questo, poi, ha fatto seguito la storia: cambio di Ghisolfi con Massara, le prime mosse sul mercato per il fair play finanziario e, infine, i movimenti sui rinnovi (in primis Svilar), e sugli innesti.