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Spalletti aveva alzato il muro: era LUI senza altri NO I Presente e futuro della Nazionale: ora è oblio

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti, galeotto il 3-0 di Oslo – lapresse – IlPosticipo.it

L’esperienza di Spalletti è finita proprio mentre l’ormai ex cittì aveva alzato il muro: aveva scelto lui, senza altro no per la Nazionale.

Il successo contro la Moldova, un 2-0 senza infamia e senza lode, permette all’Italia di sbloccarsi nel girone di Qualificazione Mondiale, ma ha decretato anche la fine dell’esperienza di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale.

Si conclude un mini ciclo con amaro in bocca, un fallimento per certi versi inspiegabile considerando lo straordinario lavoro dell’ex allenatore del Napoli, riportato sul tetto d’Italia grazie a un campionato dominato, sia nel gioco sia nei risultati. Ecco, con l’Italia non c’è mai stato né l’uno e né l’altro.

Cosa non ha funzionato? Le domande sono tante, le risposte meno chiare di quanto si vorrebbe. Spalletti arrivava sulla panchina azzurra con un’aura enorme, un allenatore capace di tirare fuori il meglio dai suoi uomini, un “sergente di ferro” che non lascia nulla al caso. Le aspettative erano altissime: replicare il miracolo azzurro in Azzurro, infondere nuova linfa a un gruppo che, pur campione d’Europa, appariva a tratti stanco e privo di idee.

Invece, si è assistito a un calcio spesso sterile, privo di quella brillantezza e ferocia che hanno caratterizzato le sue squadre migliori. Troppi cambiamenti di sistemi di gioco, poca identità e senso di appartenenza, altrimenti non si spiegano le umilianti sconfitte contro la Svizzera a EURO 2024 e all’esordio nelle Qualificazioni Mondiali contro la Norvegia: perdere ci sta, essere asfaltati senza colpo ferire, per di più da avversarie forti e in crescita ma non certo big del Vecchio continente, anche no.

Un’identità mai trovata

Uno dei nodi cruciali del fallimento del commissario tecnico di Certaldo è stata l’incapacità di dare alla Nazionale un’identità di gioco chiara e riconoscibile. Spalletti ha sperimentato sistemi, uomini, soluzioni, ma senza mai trovare la quadra. Si è passati da un 4-3-3 a un 3-5-2, con interpretazioni spesso confuse e poco convincenti.

I giocatori, a tratti, sono sembrati smarriti in campo, privi di quelle certezze tattiche che dovrebbero essere il pane quotidiano di una squadra di alto livello. Certamente l’Italia non è nel suo periodo più florido a livello di talento puro. Mancano i fuoriclasse, per questo ci si aspettava quel quid in più da Spalletti, che non è arrivato.

Nicolò Rovella
Nicolò Rovella, imprescindibile nella Nazionale di Spalletti – lapresse – IlPosticipo.it

E adesso?

Senza più Spalletti molti giocatori sono a rischio: o meglio, dal futuro in Azzurro tutto da scrivere. Tra questi certamente Nicolò Rovella, imprescindibile per l’ormai ex commissario tecnico. Un centrocampista moderno, adattabile sia come mezzala sia come regista o mediano e, all’occorrenza, anche come trequartista.

Su di lui Spalletti aveva alzato un muro doveva essere il presente e il futuro della Nazionale. Ora è tutto da verificare, palla al nuovo commissario tecnico: campo libero per fare ciò che vuole, basta che andiamo al Mondiale.