“Notti insonni”: addio strappalacrime del mister I Chiusura improvvisa del rapporto, ma “lascio un angolo di me”

Il valzer delle panchine è senza fine. Cambiano tutti, la chiusura improvvisa del rapporto ha come conseguenza un addio strappalacrime.
Un fenomeno sempre più dilagante. Già lo scorso anno si era assistiti a un cambio vorticoso di panchine in Serie A. La stagione calcistica si è appena conclusa, ma l’eco delle sue sentenze risuona ancora forte, soprattutto per una categoria particolarmente esposta alle bizze del pallone: gli allenatori.
Quella appena trascorsa è stata una Serie A complessa per tantissimi club, che ha visto un vero e proprio “valzer” di panchine, con un numero elevatissimo di tecnici che hanno visto il loro incarico interrompersi anzitempo. Vuoi per un motivo, vuoi per un altro: tre allenatori si sono susseguiti alla Roma, due al Milan, altrettanti alla Juventus. Tanto per fare degli esempi a livello di top club.
Il trend sembra consolidarsi, potrebbe addirittura aumentare nella stagione entrante, trasformando sempre più panchine di Serie A. L’effetto domino, d’altronde è già iniziato. La permanenza di Conte al Napoli, che aveva già pensato ad Allegri come successore, ha dato vita a una vera e propria reazione a catena.
Max alla fine è andato al Milan. Poteva finire all’Inter, che trovatasi spiazzata con le dimissioni di Simone Inzaghi, ha deciso di affidarsi a uno degli eroi del triplete: Cristian Chivu. Perso Conte, la Juventus ha provato a prendere Gasperini, in parola con la Roma. A Bergamo, dopo nove anni, ci sarà un altro allenatore, quell’Ivan Juric per molti il figlioccio proprio di Gasp.
Come si cambia
Alcuni addii erano nell’aria da tempo, frutto di risultati deludenti e di un rapporto logoro con la società e la tifoseria; altri sono arrivati come fulmini a ciel sereno, a dimostrazione di una pazienza sempre più sottile da parte dei club.
Palladino ha lasciato la Fiorentina fresco di rinnovo. Alla Lazio è tornato Sarri, mentre Baroni guiderà il Torino.
Quali sono le cause di questa instabilità cronica? Aspettative elevate e pressioni mediatiche, basti pensare che la nostra Nazionale in un anno è passata da Roberto Mancini e Luciano Spalletti, sollevato dall’incarico dopo il tracollo in Norvegia nelle Qualificazioni Mondiali. In questo scenario, la figura dell’allenatore in Serie A si conferma come una delle più logoranti e precarie.

Avanti il prossimo
Non è soltanto un discorso di big. Il Lecce, per esempio, salvo, si è separato da Giampaolo, il Parma dovrà pensare all’erede di Chivu, entrato a sua volta a campionato in corsa per Pecchia. Cambia anche il Cagliari. Già, la chiusura improvvisa di Nicola ha prodotto due conseguenze.
Il primo è un addio strappalacrime di Davide Nicola, che si è affidato ai social per congedarsi dall’isola, scrivendo di “Notti insonni”, ma “lascio un angolo di me” in Sardegna. La seconda conseguenza? Un nuovo allenatore, ovviamente, Fabio Pisacane: è stato compagno di squadra di Pavoletti e Deiola, ora li allenerà.