“Viaggio fantastico: abbiamo cambiato lo stereotipo”: addio romantico, il tecnico italiano si congeda ed è pronto alla nuova avventura

L’allenatore ha ufficialmente lasciato la squadra dopo una stagione intensa e caratterizzata da molteplici emozioni e ribaltoni

La stagione volge al termine e per questo sono già ufficiali alcuni addi illustri, tra cui spicca quello di Carlo Ancelotti al Real Madrid dopo svariate stagione ricche di soddisfazioni e trionfi da record.

Anche Claudio Ranieri si è già congedato dalla Roma, mentre Sergio Conceição non è stato riconfermato al Milan. Ma i cambiamenti non sono finiti qui. Lazio e Atalanta hanno dato il via a nuovi cicli

Baroni e Gasperini hanno lasciato le panchine di biancocelesti e nerazzurri. Palladino ha lasciato clamorosamente Firenze e Italiano ha deciso di proseguire il connubio finora perfetto con il Bologna.

In tutto questo scenario è andato in scena un addio che fino a qualche tempo fa sembrava inaspettato. Un po’ il risultato finale un po’ la voglia di entrambe le parti di fare nuove esperienze hanno portato però alla separazione.

Il commovente addio e la lettera ai tifosi

È il caso di Francesco Farioli, che quest’anno ha condotto l’Ajax senza vincere il titolo d’Olanda perso all’ultima giornata in virtù del sorpasso del Psv Eindhoven. Il  tecnico toscano si è congedato dal club di Amsterdam con una lettera commovente, rimarcando per lui un aspetto fondamentale.

“All’inizio mi hanno detto i tifosi dell’Ajax sono troppo esigenti, sono sempre abituati a vincere, non comprenderanno la tua filosofia e i tuoi metodi – ha esordito Farioli nel suo post d’addio. Beh, si sbagliavano. Insieme abbiamo cambiato questo stereotipo. Insieme abbiamo cambiato la narrazione. Quello che ho imparato su di voi, non ha niente a che fare con vittorie, pareggi, sconfitte, goal, tavoli e trofei. Voi, Ajacieden, siete stati i veri CAMPIONI”.

Futuro in Italia per Farioli?

Insomma un addio romantico per Farioli, che soprattutto nella prima parte della stagione aveva incantato tutta Europa con i suoi ragazzini terribili. Poi è arrivato un calo che può essere fisiologico quando si lavoro con i giovani, ma nel calcio si sa, si fa tanta fatica ad emergere ma si può sprofondare con un’incredibile semplicità.

Adesso per lui inizia un nuovo capitolo della sua carriera. A 36 anni appena compiuti, l’erede designato di De Zerbi ha tutto il tempo per poter dire la sua ad alti livelli. Secondo qualche rumors di mercato potrebbero aprirsi le porte del calcio italiano per lui. Chissà se non possa davvero concretizzarsi questa possibilità che potrebbe essere decisamente intrigante.