MONDIALE PER CLUB ufficiale, stravolto il mercato: dall’1 al 10 giugno arrivano i nuovi calciatori liberamente I Nuova finestra ribalta i valori

Negli Stati Uniti si riscrive la storia: sia dal punto di vista sportivo sia da quello legato al mercato. Una finestra speziale che stravolge tutto.
Il suo concept è tutto un programma: una sorta di “Champions League planetaria”. Qualcosa di storico e mai visto in quanto la nuova manifestazione sostituirà l’attuale, poco seguita, del Mondiale per Club vinto dal Real Madrid, quasi nell’anonimato.
La prima edizione coinvolgerà le squadre più titolate dei cinque continenti per un totale di 32. Promette introiti record. Diritti televisivi, sponsor e premi: il potenziale economico è enorme. Secondo le prime stime, si parla di un montepremi complessivo superiore ai 2 miliardi di dollari.
Ma di fronte al Mondiale per Club FIFA 2025, in programma negli Stati Uniti, dal 15 giugno al 13 luglio, il calcio globale si ritrova a un bivio. L’introduzione di una competizione di questa portata non è solo un’evoluzione del calendario internazionale: è un terremoto che rischia di riscrivere profondamente le logiche del mercato, della preparazione atletica e del rapporto tra club e nazionali.
Già si osservano i primi effetti sul mercato dei trasferimenti. I club qualificati — in particolare europei e sudamericani — stanno investendo con largo anticipo per rafforzare le proprie rose in vista dell’estate 2025. Il rischio? Una polarizzazione sempre più marcata: i club partecipanti avranno una visibilità e un ritorno economico tali da accentuare il divario con le squadre escluse.
La spaccatura
Se da un lato molti tifosi accolgono con entusiasmo l’idea di vedere le migliori squadre del mondo sfidarsi in un unico torneo, dall’altro cresce il malumore tra chi teme un ulteriore sovraccarico del calendario. I giocatori, già spremuti da stagioni interminabili, dovranno affrontare un mese in più di competizioni di altissimo livello, con tutti i rischi del caso.
La FIFA difende il progetto parlando di “nuovo equilibrio tra le confederazioni” e di “valorizzazione del calcio globale”. Ma le critiche non mancano. Secondo molti osservatori, la manifestazione rischia di diventare una vetrina esclusiva per pochi, indebolendo i tornei continentali e intaccando l’identità locale dei club. La vera domanda, però, rimane: è questo il futuro che il calcio vuole? Una competizione globale, commerciale, a cadenza quadriennale, che cambia radicalmente lo scenario economico e sportivo del pallone? È qui che nasce la spaccatura.

La divisione
Alla spaccatura concettuale si sovrappone tutte le criticità di una divisione delle finestre di mercato. La prima dall’1 al 10 giugno per consentire alle 32 partecipanti di schierare nuovi giocatori durante la competizione.
La finestra sarà aperta dal 27 giugno al 3 luglio per incoraggiare club e giocatori i cui contratti sono in scadenza a trovare una soluzione adeguata per consentirne la partecipazione. Ciò permetterà ai club di schierare i loro migliori giocatori, così come i nuovi acquisti, nella competizione. Come reagirà il mercato: lo scopriremo a breve, solo il bilancio a fine manifestazione ci sarà se quella della FIFA è stata una mossa azzeccata, oppure un’altra picconata al sistema calcio.