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“Se non hai il cash, vai con le sponsorizzazioni”: pizzicato alle ‘Iene’: “Tutti mi devono qualcosa, io li piazzo in tutte le società”

Salvatore Bagni
Salvatore Bagni, ex iconico centrocampista di Inter e Napoli – facebook – IlPosticipo.it

Polverone su Salvatore Bagni e la sua agenzia scouting. L’inchiesta delle Iene porta nuovi retroscena. Come funziona il giochiano.

Dalla Serie A al mondo dei dilettanti, passando per tutte e le categorie e qualsiasi età, una verità scomoda sta emergendo con forza: procuratori e agenzie dettano le regole del gioco. Il potere decisionale dei club appare sempre più debole, quasi in balia degli agenti, schiacciato dall’influenza crescente di intermediari che gestiscono carriere, trattative e, di conseguenza, anche il destino delle società.

Da segreto di Pulcinella a modus operandi, espressione di un calcio malato, questa pratica è venuta fuori allo scoperto, provocando denunce da più fronti: dirigenti, allenatori e persino ex calciatori che oggi ricoprono ruoli dirigenziali. “Ormai sono loro a fare le squadre,” confessa un dirigente di Serie C sotto anonimato. “Ci presentano pacchetti di giocatori e pretendono che scegliamo da lì. Se dici di no, l’anno dopo non ti mandano più nessuno.”

Non si tratta più solo di grandi agenti che gestiscono top player, leggasi il potentissimo Jorge Mendes, primus inter pares tra i procuratori. La rete si è allargata. Agenzie strutturate con ramificazioni internazionali gestiscono intere scuderie di calciatori, dai ragazzini delle giovanili fino agli over 30 in cerca di rilancio.

Certamente quanto accade in Serie A fa clamore, ma il fenomeno più preoccupante riguarda i giovani. Ragazzi anche di 14 o 15 anni vengono “blindati” da agenti e consulenti, spesso con l’intermediazione dei genitori. Sono già oggetti di scambio, inseriti in strategie di mercato che guardano al profitto prima ancora che alla crescita sportiva.

Dati allarmanti

Secondo i dati raccolti da un recente report della FIGC, oltre il 70% dei trasferimenti nei settori giovanili è gestito tramite intermediari. Un numero inquietante, che solleva interrogativi sul ruolo formativo delle società e sulla reale tutela dei minori.

L’ultima inchiesta delle Iene ha pizzicato Salvatore Bagni, iconico centrocampista di Inter e Napoli, con un passato anche in Nazionale, ora proprietario di un’agenzia con cui lavora insieme al figlio. “I giocatori che noi andiamo a cercare, noi li paghiamo perché li cerco io, li scelgo io. Ma tutti quelli che non cerchiamo noi, noi ci facciamo pagare”. Apriti cielo.

Salvatore Bagni
Salvatore Bagni con la maglia della Nazionale – facebook – IlPosticipo.it

L’AIOC prende le distanze

L’agenzia di Salvatore Bagni funziona così. “Noi meno di 30 mila euro non facciamo con nessuno – continua – rivela – se non hai il cash, vai con le sponsorizzazioni. Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti. Noi di quelli che pagano ne abbiamo 13. Sono tutti nei settori giovanili professionisti. Quelli che non scegliamo noi, devono pagare, per forza“. Ovvio, verrebbe da dire.

Ma L’Associazione Italiana Osservatori Calcistici non la pensa così e ha preso subito le distanze dopo la trasmissione delle Iene. “I soggetti coinvolti non possono essere definiti talent scout – si legge nella nota dell’AIOC – poiché consulenti di sedicenti agenzie procurative. L’Aioc condanna ogni pratica illecita di richiesta di denaro alle famiglie per far giocare i ragazzi nei club professionistici”. Ma intanto funziona così.