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“Dammi 30 mila euro e ti trovo squadra”: viene fuori tutto in TV, le Iene spiattellano la verità per giocare in C

Le Iene
Le Iene, l’arcinota trasmissione di Italia 1 – facebook – IlPosticipo.it

Un’inchiesta delle Iene apre nuovamente il Vaso di Pandora sul calcio. L’incredibile storia viene spiattellata in TV, con un retroscena incredibile.

Stadi gremiti (più o meno), diritti televisivi milionari, campioni idolatrati come divinità moderne. Valanghe di milioni per comprare giocatori, un’industria calcistica che nel 2024, secondo il tradizionale “Report Calcio”, un documento annuale realizzato dal Centro Studi Figc in collaborazione con Agenzia di ricerche e legislazione (Arel) e PwC Italia, ha generato qualche come 3,3 miliardi complessivi di gettito fiscale, con un impatto sul Pil di 11,3 miliardi di euro.

Ma dietro questi numeri che rappresentano la forza dello sport più amato e seguito in Italia e nel mondo, si nasconde una realtà meno scintillante, il suo lato oscuro. Mentre il grande show va in scena, nei retroscena del pallone italiano, soprattutto nelle serie minori e nei settori giovanili, si consuma una crisi silenziosa ma profonda.

Una crisi fatta di difficoltà economiche per i club: sono decine le società dilettantistiche e semiprofessionistiche che vengono penalizzati, non si iscrivono o chiudono i battenti. Le cause? Molteplici.

Bilanci in rosso per molti, sponsorizzazioni che calano, mancati aiuti strutturali e una burocrazia che soffoca, anche chi ha tutto per investire su stadi di proprietà, ma non può a causa di inter interminabile prima del fatidico sì. A farne le spese sono i giovani calciatori, le famiglie, gli allenatori e le comunità intere che si ritrovano senza punti di riferimento.

Dietro la Serie A

Un tempo bastava il talento per emergere. Oggi, in troppi casi, non basta più. Lo spettacolo della Serie A, in realtà, nasconde tutti i mali che attanagliano le altre categorie, quelle che non hanno visibilità. I procuratori spesso hanno colonizzato i campi delle giovanili, offrendo “contratti” e “percorsi garantiti” già in età preadolescenziale.

Alcuni promettono provini con club professionistici, altri assicurano “vetrine” in tornei internazionali, tutto molto  bello se non fosse che bisogna pagare. Un prezzo molto alto: in alcuni casi si parla di migliaia di euro.

Salvatore Bagni
Salvatore Bagni, un glorioso passato con le maglie di Napoli ed Inter – facebook – IlPosticipo.it

L’inchiesta

Sempre più genitori denunciano di dover affrontare costi proibitivi per far giocare i figli: iscrizioni salate, stage a pagamento, “quote” per partecipare a selezioni e tornei. Il fenomeno del “pay to play” si sta radicando anche in Italia, andando oltre.

L’inchiesta delle Iene ha portato in auge qualcosa di sconvolgente. Un inviato della nota trasmissione di Italia 1, si finge fratello di un giocatore e contatta Salvatore Bagni, icona del calcio del calcio anni ’80, ex centrocampista di Inter e Napoli: “Ho un’agenzia, se il giocatore lo scelgo io ci investo, altrimenti è lui che deve pagare me e lo sistemo“. Un sistema agghiacciante: se l’agenzia trova un talento (o presunto tale) sarà lei stessa a investire. Viceversa, è il giocatore a pagare. Quanto? “Noi meno di 30 mila euro non facciamo con nessuno”. Questo è il calcio lontano dai riflettori di Serie A.