“Il suo destino a Trigoria? Segnato”: il tecnico non usa giri di parole I “La società ha sbagliato”

L’allenatore è tornato a parlare di una delle vicende più controverse della storia recente della Roma. Ecco di cosa si tratta
La piazza di Roma è notoriamente una delle più calde d’Italia. Qualsiasi cosa succede nella Capitale ha una risonanza maggiore rispetto che da altre parti. D’altronde il calcio è il pane quotidiano su entrambe le sponde del Tevere.
Concentrandoci di più in casa giallorossa, una delle vicende che ancora tiene banco a distanza di anni è quella relativa al ritiro dal calcio giocato di Francesco Totti. Probabilmente se ne sono dette troppe in merito, senza mai chiarire la situazione.
A rompere il ghiaccio è stato uno dei personaggi che ha vissuto più di ogni altro quella fase e che per il popolo romanista è stato il capro espiatorio, ovvero l’ex allenatore Luciano Spaletti, oggi CT della nazionale italiana.
Il tecnico di Certaldo ha deciso di parlare attraverso l’opera Il paradiso esiste… Ma quanta fatica scritta con Giancarlo Dotto e pubblicata da Rizzoli. Un libro in cui ha spiegato anche la sua versione dei fatti su questa vicenda.
La diatriba che a distanza di anni ha infiammato la Capitale
Infatti vista l’importanza che la figura di Totti ricopre ancora nell’ambiente giallorosso in tanti gli hanno contestato di “aver messo fine alla carriera dello storico numero 10 della Lupa. Spalletti però come si evince dagli spezzoni riportati da gazzetta.it non le ha mandate a dire e si è difeso da questa accusa.
“Il mito di Totti, la bandiera, erano aspetti che andavano gestiti dalla società, non da me – inizia l’attuale ct azzurro -. L’avevo chiesto con chiarezza al mio ritorno. Non mi si doveva mandare al massacro in quell’uno contro tutti. La curva Sud a un certo punto si è schierata contro di me. A nulla è servito ribadire, nei mesi successivi, che non sono stato io ad allontanare Totti dalla Roma”.

Spalletti: “Abbiamo sbagliato tutti in quella situazione”
Poi ha proseguito dividendo le responsabilità dell’accaduto: “La verità è che giusto o sbagliato che fosse il destino del numero 10 a Trigoria era segnato. Ma la verità, si sa, è solo di chi la vuole vedere. Abbiamo sbagliato tutti in quella situazione. Ha sbagliato la società non si è presa le proprie responsabilità e anch’io ho le mie colpe per non aver messo qualche sfumatura in più in ciò che dicevo”.
A suo dire però anche lo stesso Totti ha commesso i suoi errori, ma al contempo secondo Spalletti ad oggi se ne sarà reso conto anche lui. L’ultima frecciata è stata per Ilary Blasi che lo aveva definito “un piccolo uomo”. Di fatto si è limitato a ricambiare il “complimento” ricevuto ai tempi.