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“Ha detto di no all’Italia: non voglio più sentirlo neanche nominare”: Spalletti su tutte le furie I Nel momento più delicato, ha sbattuto le porte di Coverciano

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale – ansa – IlPosticipo.it

Luciano Spalletti non le mande a dire, sincero e schietto come sempre. Italia, Nel momento più delicato, ha sbattuto le porte di Coverciano.

Non solo la polemica di Julio Velasco, nel giorno della presentazione della stagione delle Nazionali il volley e quel dito puntato nei confronti delle azzurre Chirichella, Lubian, Pietrini, Bonifacio. E anche Bosetti.

Mi hanno detto di no. Capisco le loro motivazioni, le accetto e le rispetto. Nessuno pensi di poter decidere ogni anno se venire o no in Nazionale. Per me la porta è quasi chiusa. Un no è sempre un no. Un discorso è dire: ho un problema e appena lo risolvo sono lì. Un conto è dire: mi prendo un’estate“.

Parole al vetriolo quelle del commissario tecnico dell’Italvolley, a ridosso della Nations League, il torneo molto importante per la disciplina sportiva pallavolistica, che da anni prepara all’appuntamento clou della stagione: Europeo, Mondiale o Olimpiade. “L’Italia non è un club, è una cosa speciale”.

Ma non c’è solo un Julio Velasco su di giri. Anche Luciano Spalletti ha alzato un autentico polverone mediatico dopo il suo attacco urbi et orbi durante l’ospitata nella trasmissione “Cinque minuti” di Bruno Vespa. Parole che vanno in un’unica direzione.

Sic et simpliciter

“Con Aurelio De Laurentiis però ho avuto un rapporto conflittuale: avrei preferito avesse più umanità nei miei confronti visto l’impegno che avevo messo. Da quando non lavoriamo più insieme comunque non ci siamo mai più sentiti”. Sic et simpliciter, Luciano Spalletti.

De Laurentiis, almeno per ora, non ha voluto replicare all’attacco dell’attuale commissario tecnico della Nazionale, lasciando andare ai suoi quell’enigmatico “ognuno può pensarla come crede”, almeno come sottolinea la stampa napoletana. E pensare che se Spalletti fosse rimasto a Napoli, la FIGC – si sussurra – aveva in mente in un altro nome per la panchina Azzurra, tornato proprio in questi giorni di forte attualità.

Gabriel Martinelli
Gabriel Martinelli,e esterno italo-brasiliano dell’Arsenal – instagram – IlPosticipo.it

Il retroscena

Carlo Ancelotti, proprio lui, che a Madrid è diventato l’allenatore più vincente della storia del club merengues (con 15 anni) sarebbe potuto sedere sulla panchina, invece probabilmente allenerà la nazionale brasiliana e avrà a che fare con un giocatore che ha rifiutato l’Azzurro.

Gabriel Martinelli, una delle stelle dell’Arsenal di Arteta, nel 2019 poteva diventare un Azzurro grazie al suo doppio passaporto. All’epoca, infatti, l’esterno dei Gunners era nel giro della Seleçao Olimpica, senza però disputare un solo minuto in prima squadra. Roberto Mancini tentò un colpo alla Retegui, invano. Ironia del destino Martinelli potrebbe essere allenato davvero da un commissario tecnico italiano, Ancelotti, non a Coverciano vestito d’Azzurro, ma dove è nato, in Brasile.