“Perché devo soffrire per gli altri”: Conte, tra il ‘prodigio’ e il dolore I “Condoglianze, lascia una moglie e 4 bambini”

Sensazioni forti in questo rush finale di Serie A per Antonio Conte, tra il ‘prodigio’ e il dolore senza dimenticare il suo futuro.
Quando Aurelio De Laurentiis ha affidato la panchina del Napoli ad Antonio Conte, l’obiettivo era chiaro, dichiarato e ribadito più volte dall’allenatore salentino: tornare stabilmente in Champions League dopo una stagione disastrosa post-scudetto.
Già perché la principale contender per il titolo, di questi tempi passava da un allenatore all’altro nella scorsa stagione: prima Rudi Garcia, poi Walter Mazzarri, quindi Francesco Calzona. Il tutto per terminare al decimo posto, senza Serie A.
Ma Antonio Conte è andato ben oltre quell’obiettivo, centrato con larghissimo anticipo da questo Napoli. In pochi si aspettavano il prodigio di lottare per lo scudetto. Subito, al primo anno dell’ex Tottenham alle Falde del Vesuvio.
Il Napoli non solo è tornato competitivo, ma è primo in classifica, lanciato verso uno scudetto che sembrava impossibile da bissare così presto. Ovviamente in campo vanno i giocatori, sono loro i veri protagonista, ma c’è tantissimo di Antonio Conte su questa stagione prodigiosa del Napoli. Ancora una volta il leccese si sta confermando come il tecnico del tutto. E subito.
Il marchio di fabbrica
Rigore, intensità, mentalità vincente. Il marchio di fabbrica di Conte è tanto credibile quanto affidabile ed efficace. Ha trasformato un gruppo smarrito in una squadra affamata, compatta, letale.
I numeri parlano chiaro: miglior difesa del campionato, attacco tra i più prolifici, punti pesanti conquistati negli scontri diretti. Ma è soprattutto la sensazione di dominio che impressiona, quella capacità tipica delle squadre di Conte di imporsi non solo con il gioco, ma con il carattere. Questo il suo ‘prodigio’.

Tra presente e futuro
“Ho capito che devo parlare solo di calcio, altrimenti vengo strumentalizzato“. Antonio Conte è un caterpillar, va dritto per la sua strada nel presente, tra un pensiero stupendo a forti tinte tricolori e il dolore per la sua Lecce. “La Champions ormai è un fatto aritmetico e pensando da dove siamo partiti è qualcosa di meraviglioso, merito soprattutto dei ragazzi. Perché devo far soffrire gli altri. Lo scudetto? Sarebbe un prodigio”.
Impossibile a oggi immaginare il suo futuro, potrebbe essere lontano da Napoli a prescindere dal tricolore, come il contrario. Lo si capirà da ciò che gli proporrà ADL in termini di programmi, quelli a lui interessano. Si pensa solo al presente, dove c’è un angolo di dolore. “Un pensiero a Graziano, Condoglianze alla famiglia, perché lascia una moglie e quattro bambini. Condoglianze alla società e a tutti i leccesi, perché questo lutto ha colpito tutta la città. Mi dispiace molto, perché lo conoscevo ed era un ragazzo per bene”. Questo è Antonio Conte, che piaccia o meno.