“Commozione cerebrale”: incidente horror per il campione romano I Soccorsi immediati: le sue condizioni di salute

Ennesimo brutto infortunio, degno di un vero e proprio film horror. I soccorsi sono stati immediati, le ultime sul suo stato di salute.
Si è perso il conto degli infortuni. Una iattura per giocatori e atleti, una Spada di Damocle per tutti i club che si stanno giocando qualcosa in questo finale travolgente di stagione: vedi l’Inter con Lautaro Martinez ma anche il Barcelona con Kounde, senza dimenticare che il Napoli in Serie A ha perso Buongiorno.
Nel calcio moderno, così come nello sport agonistico in generale, gli infortuni non sono più eventi eccezionali. Sono diventati una costante. Basta dare uno sguardo ai principali campionati europei per rendersene conto.
Decine e decine di giocatori sono fermi ai box, molti dei quali per lunghi periodi. Lesioni muscolari, rotture ai legamenti, microfratture, infiammazioni croniche: il vocabolario medico sportivo è diventato parte del linguaggio quotidiano di tifosi, allenatori e giornalisti.
Gli atleti di oggi sono più forti, più veloci, più preparati di quelli di ieri. Ma è proprio questa esasperazione delle prestazioni fisiche a rappresentare un paradosso pericoloso. Il corpo umano, per quanto allenato, ha dei limiti fisiologici. E quando si chiede sempre di più, si rischia di superare quel sottile confine che separa la performance dall’infortunio.
Le statistiche parlano chiaro
Rispetto a dieci anni fa il numero medio di infortuni muscolari è cresciuto sensibilmente. Colpa di calendari sempre più fitti, preparazioni atletiche intensissime, e un recupero spesso sacrificato sull’altare della necessità di “esserci” a ogni costo.
Nel calcio, ad esempio, un giocatore di alto livello può trovarsi a disputare anche 60-70 partite a stagione, tra club e nazionale. Un tour de force che non lascia spazio alla rigenerazione fisica e mentale. Gli stop diventano inevitabili, soprattutto quando il corpo non ha il tempo per recuperare. E così si arriva al collasso: stiramenti, strappi, lesioni che costringono a mesi di stop e, talvolta, mettono a rischio intere carriere.

Non solo calcio: un trend generalizzato
Il fenomeno non riguarda solo il calcio. Anche nel basket, nell’atletica leggera, nel tennis e in molti altri sport si registrano numeri allarmanti. Gli infortuni sono ormai una variabile che incide direttamente sulle stagioni delle squadre e sugli obiettivi degli atleti. Alcuni, purtroppo, non riescono più a tornare ai livelli di prima.
Figuriamoci in uno sport come il motociclismo. Nell’ultimo GP di Spagna, a Jerez, Franco è stato protagonista di una scivolata, quando era in sesta posizione, riportando conseguenze che inizialmente avevano fatto preoccupare i soccorritori. Gli esami a cui è stato sottoposto il centauro romano hanno riscontrato una significativa commozione cerebrale. Fortunatamente nessuna fratture. E meno male!